25 APRILE: ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE D’ITALIA DAL NAZIFASCISMO
Carissime Alunne e Carissimi Alunni,
il 25 Aprile del 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) da Milano proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di
attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; contemporaneamente il CLNAI emanò in prima persona decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano».
Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò il decreto legislativo luogotenenziale n. 185 “Disposizioni in materia di ricorrenze festive” che all’articolo 1 recita:
“A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”
Da allora ogni anno in ogni città d’Italia si festeggia il 25 Aprile ed ogni istituzione pubblica, compresa la Scuola, chiude per permettere a tutti Noi di partecipare alle celebrazioni della propria città.
Ogni anno si ricorda il sacrificio di tantissime ragazze e donne adulte e di tantissimi ragazzi e uomini adulti, che – anche andando contro le idee politiche dei loro genitori – hanno scelto di sacrificare la loro vita per permettere a tutti Noi oggi di vivere in uno Stato democratico e
soprattutto libero e rispettoso dei diritti altrui.
Un sacrificio che tutti Noi dobbiamo ricordare e onorare con comportamenti leciti e rispettosi della propria vita e della vita degli altri.
Un sacrificio che vi presento attraverso le ultime lettere di alcuni giovani protagonisti che stavano per immolare la loro vita per la nostra libertà:
– la prima di un ragazzo di Barzanò, Carletto Besana “Cara mamma, fatevi coraggio quando sentirete la notizia della nostra morte. Ho ricevuto i sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma, non pensare al fratello Guerrino perché ho assistito io alla sua morte.
Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo, ciao.”;
– la seconda di un sacerdote toscano, Aldo Mei, condannato a morte perché aiutava i renitenti alla leva e i perseguitati politici; la imputazione della fucilazione fu perché aveva nascosto in casa un giovane ebreo, “Babbo e Mamma, state tranquilli, sono sereno
in quest’ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti. Solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte, 1° per aver protetto nascosto un giovane… 2° per aver amministrato i sacramenti ai partigiani… Il terzo motivo non è nobile come i precedenti,
aver nascosto la radio.”
– la terza di pinetti Pietro “Carissimo babbo, spero che anche tu vorrai perdonarmi ed anche tu sentirai la mia mancanza benché non fossimo troppo in buona armonia. Vedo con piacere che anche tu hai pensato fino all’ultimo momento al tuo figlio.
Ti prego oltre che il perdonarmi di incoraggiare la mamma e di pensare a rincuorarla dopo questa disgrazia; con questo t’invio un aff.mo abbraccio tuo amato figlio Pinetti Pietro.”
Con queste parole piene di coraggio, vi esorto tutti, mie carissime Alunne e miei carissimi Alunni, a comportarvi sempre ogni giorno ed in ogni occasione bene, rispettando la propria vita e quella altrui, rispettando le cose e le libertà degli altri.
Non usate mai parole offensive, non adottate mai comportamenti dannosi nei confronti delle vostre compagne e dei vostri compagni, né durante le ore di studio a scuola né fuori dalla scuola.
Siate sempre ubbidienti e seguite gli insegnamenti e i Vostri Genitori, delle Vostre Insegnanti e dei Vostri insegnanti.
Dobbiamo tantissimo a coloro che prima di noi e per noi hanno sacrificato la loro vita per permetterci di vivere in uno Stato libero e democratico, che ci permetta ogni giorno di andare a scuola e imparare tante e diverse cose, di andare a fare lo sport che ci piace, di poter parlare e scrivere liberamente e un giorno a Voi di fare il lavoro che sceglierete in base alle Vostre insindacabili scelte.
Ma tutto si fa rispettando il prossimo, chiunque egli sia.
Il rispetto proprio e degli altri è il più importante insegnamento che Vi offro con questa lettera,
sperando che nel Vostro piccolo sappiate sempre comportarvi bene.
Buon 25 Aprile a tutte Voi e a tutti Voi!
il 25 Aprile del 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) da Milano proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di
attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; contemporaneamente il CLNAI emanò in prima persona decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano».
Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò il decreto legislativo luogotenenziale n. 185 “Disposizioni in materia di ricorrenze festive” che all’articolo 1 recita:
“A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”
Da allora ogni anno in ogni città d’Italia si festeggia il 25 Aprile ed ogni istituzione pubblica, compresa la Scuola, chiude per permettere a tutti Noi di partecipare alle celebrazioni della propria città.
Ogni anno si ricorda il sacrificio di tantissime ragazze e donne adulte e di tantissimi ragazzi e uomini adulti, che – anche andando contro le idee politiche dei loro genitori – hanno scelto di sacrificare la loro vita per permettere a tutti Noi oggi di vivere in uno Stato democratico e
soprattutto libero e rispettoso dei diritti altrui.
Un sacrificio che tutti Noi dobbiamo ricordare e onorare con comportamenti leciti e rispettosi della propria vita e della vita degli altri.
Un sacrificio che vi presento attraverso le ultime lettere di alcuni giovani protagonisti che stavano per immolare la loro vita per la nostra libertà:
– la prima di un ragazzo di Barzanò, Carletto Besana “Cara mamma, fatevi coraggio quando sentirete la notizia della nostra morte. Ho ricevuto i sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma, non pensare al fratello Guerrino perché ho assistito io alla sua morte.
Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo, ciao.”;
– la seconda di un sacerdote toscano, Aldo Mei, condannato a morte perché aiutava i renitenti alla leva e i perseguitati politici; la imputazione della fucilazione fu perché aveva nascosto in casa un giovane ebreo, “Babbo e Mamma, state tranquilli, sono sereno
in quest’ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti. Solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte, 1° per aver protetto nascosto un giovane… 2° per aver amministrato i sacramenti ai partigiani… Il terzo motivo non è nobile come i precedenti,
aver nascosto la radio.”
– la terza di pinetti Pietro “Carissimo babbo, spero che anche tu vorrai perdonarmi ed anche tu sentirai la mia mancanza benché non fossimo troppo in buona armonia. Vedo con piacere che anche tu hai pensato fino all’ultimo momento al tuo figlio.
Ti prego oltre che il perdonarmi di incoraggiare la mamma e di pensare a rincuorarla dopo questa disgrazia; con questo t’invio un aff.mo abbraccio tuo amato figlio Pinetti Pietro.”
Con queste parole piene di coraggio, vi esorto tutti, mie carissime Alunne e miei carissimi Alunni, a comportarvi sempre ogni giorno ed in ogni occasione bene, rispettando la propria vita e quella altrui, rispettando le cose e le libertà degli altri.
Non usate mai parole offensive, non adottate mai comportamenti dannosi nei confronti delle vostre compagne e dei vostri compagni, né durante le ore di studio a scuola né fuori dalla scuola.
Siate sempre ubbidienti e seguite gli insegnamenti e i Vostri Genitori, delle Vostre Insegnanti e dei Vostri insegnanti.
Dobbiamo tantissimo a coloro che prima di noi e per noi hanno sacrificato la loro vita per permetterci di vivere in uno Stato libero e democratico, che ci permetta ogni giorno di andare a scuola e imparare tante e diverse cose, di andare a fare lo sport che ci piace, di poter parlare e scrivere liberamente e un giorno a Voi di fare il lavoro che sceglierete in base alle Vostre insindacabili scelte.
Ma tutto si fa rispettando il prossimo, chiunque egli sia.
Il rispetto proprio e degli altri è il più importante insegnamento che Vi offro con questa lettera,
sperando che nel Vostro piccolo sappiate sempre comportarvi bene.
Buon 25 Aprile a tutte Voi e a tutti Voi!
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Luigina Dongiovanni
Prof.ssa Luigina Dongiovanni
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06024 Gubbio (PG)
Tel. 075 9272158
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